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giovedì 10 novembre 2011

149 - Sinfonie concertanti e sinfonie sconcertanti

Dopo aver analizzato una delle opere più controverse della produzione mozartiana (se vi appartiene), possiamo occuparci di altre Sinfonie concertanti, ovvero quella abbozzata da Mozart per violino, viola e violoncello e quelle dei colleghi, considerando anche quella di Haydn che avevamo citato di passata nell'altro post.


Questo movimento di Sinfonia Concertante per violino, viola e violoncello (comincia a 1:18, con un sonoro purtroppo non impeccabile), è stato purtroppo lasciato allo stato di frammento da un Mozart all'apice dell'ispirazione e catalogato come KV 320e tra le opere incompiute. Fa il paio con un altro capolavoro mozartiano interrotto, il Concerto per violino e pianoforte KV 315f.

La Sinfonia Concertante per viola e contrabbasso di Dittersdorf, buon sinfonista e fortunato autore di singspiel, è stata invece additata come esempio di come non si dovrebbe scrivere un'opera di questo genere. Pur senza trovarvi particolarmente da criticare, non possiamo certo considerarla più di una composizione ordinaria, senza trovate o guizzi di rilievo.

Franz Danzi (1763-1826), noto soprattutto per le sue composizioni per soli fiati spesso in tonalità minori (sopratuttto quintetti) e recentemente pubblicate da diverse case discografiche, fa il suo ingresso in questo blog con questa Concertante per flauto e clarinetto op. 41, certo più allettante di quella dittersdorfiana e manifestamente orientata verso un classicismo di primo Ottocento. Magnifica, nel brano qui in visione, la scrittura per i due strumenti a fiato.
Non resta che tornare alla Sinfonia Concertante di partenza, quella per fiati KV 297b, e aggiungere, dopo aver visto il bello e il brutto di questo genere musicale prevalentemente francese (poiché circa un terzo dei compositori che vi si cimentarono erano francesi), i commenti contrastanti dei critici.

Secondo John Warrack, "ad ogni modo la musica non è certamente del miglior Mozart. Un'evidente mancanza di contrasto fra i tre movimenti, tutti in mi bemolle, armonicamente statici, e tutti in 2/4 o in 3/4. La più ingegnosa delle ricostruzioni non può cambiare le cose, anche se può presentarci le idee del compositore in una luce più plausibilmente "mozartiana"."

Della Croce è invece nettamente a favore dell'autenticità, in quanto secondo lui la partitura è "mozartiana da capo a fondo e colma di gemme difficilmente assegnabili ad un autore diverso", e loda anche il Finale, "scintillante e teso". Anche l'Hocquard si schiera da questa parte, pur con qualche riserva: "E' un'opera monumentale che domina come una torre isolata e formidabile tutta la produzione contemporanea. Tuttavia spiace che questa grandezza abbia il suo rovescio: Mozart cede al "gusto rozzo dei Tedeschi" (...). Questa critica non tocca però l'Adagio centrale in mi bemolle maggiore, dove Mozart non ha perso nulla della sua concentrazione poetica:  mirabili l'invenzione e il trattamento delle melodie che vengono affidate in successione o in sovrapposizione ai quattro solisti".

Paumgartner la chiama "splendida opera, oggi fondamentale nei repertori dei migliori complessi di fiati" e aggiunte in una nota: "La presente versione (K297b), malgrado gli innegabili pregi, mostra purtroppo anche i segni di manomissioni prive di scrupoli, di patenti sofisticazioni, comuni a tutte le opere di Mozart recentemente riemerse dagli archivi parigini (...). La Sinfonia concertante rimane tuttora un pezzo di parata molto eseguito dai nostri complessi di strumenti a fiato d'alto livello. Qui il contenuto mozartiano prevale ancora in maniera stupefacente!"

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