Una caratteristica che non troveremo in nessun’altra opera mozartiana sono i melologhi, in cui i cantanti recitano e non cantano, ma sono accompagnati dall’orchestra. In questo che segue Gomatz, che ancora non ha conosciuto Zaide, si lamenta del proprio destino (da 0:59 in poi) dopo un breve coro di schiavi.
Anche il sultano ha il suo bravo melologo per manifestare la propria rabbia dopo che Zaide è stata rapita.
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