Non è nuovo ai più il fatto che Mozart abbia scritto alcune musiche per la massoneria, in particolare lieder, cantate, il Flauto Magico e, altro capolavoro di lusso, la Musica funebre. Anche molti dei suoi colleghi erano massoni (compreso suo padre) e avevano composto opere di carattere simile, con abbondanza di strumenti a fiato in primo piano, segnali tripli e tonalità bemollizzate.
Prima di ascoltarli, però, è il caso di soffermarsi su un’oppera poco in vista, ma di solenne e fiera bellezza: la Cantata massonica KV 619 potrebbe intendersi come un Liederkreis in miniatura, con repentini cambi di tempo e un trascolorare costante dall’aria al recitativo e viceversa. Il pezzo finale (da 6:06) è l’Inno alla Gioia di Mozart, un motivo elementare e magnetico che si fissa immediatamente nella memoria:
Benché i suoi contatti con la massoneria siano meno evidenti di quelli che Mozart coltivò lungo tutta una vita, anche Beethoven ne manifesta l’influsso in quello che è cronologicamente il suo primo capolavoro nel capolavoro, l’aria “Da stiegen die Menschen ans Licht” dalla Cantata per la morte di Giuseppe II:
Ed ecco infine lo splendore degli strumenti a fiato in questa composizione di Salieri:
(Salieri – Armonia per un tempio della notte)
conoscevo bene la cantata, ma il brano di Salieri proprio no. Davvero notevole. Conferma la mia opinione sulle sue non indifferenti doti
RispondiEliminaÈ stata una scoperta piacevolissima, che non sfigura accanto alla già sublime aria beethoveniana o alla cantata che Mozart scrisse agli sgoccioli della sua vita. E scusate se è poco...
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