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domenica 9 gennaio 2011

57 - Mozart fa maggiore il minore

La scena “Così dunque tradisci/Aspri rimorsi atroci” KV 432 contiene una delle poche arie mozartiane da concerto in minore. Pur mantenendosi nei limiti strutturali dello stile serio (brano tripartito più coda), l’estrema efficacia del tema, brusco come un taglio, gli ampi intervalli e l’attenta orchestrazione ci mostrano un Mozart in stato di grazia:


giovedì 6 gennaio 2011

56 - La passione per il virtuosismo

Entrambe (probabilmente) dedicate a Elisabeth Wendling, le due arie qui proposte sono state scritte nello stesso periodo dell’Idomeneo, ma con uno scopo chiaramente diverso. Nell’opera la caratterizzazione dei personaggi spesso prevale sulle esigenze dei cantanti (es. il Quartetto “Andrò ramingo e solo” al posto dell’aria di bravura per Tizio o Caio), nelle arie isolate centro e destinatario dei brani è la cantante da valorizzare di turno.

 “Ma che vi fece, o stelle / Sperai vicino il lido” è ancora un’aria in vecchio stile, con la puntuale cadenza verso le ultime battute e la seconda strofa piazzata nel mezzo della composizione. Abbondano le colorature e i passaggi ardui:



In “Misera dove son / Ah non son io che parlo” lo schema è qui precisamente quello del “Popoli di Tessaglia”, pezzo certamente più ambizioso e curato di questo: recitativo, prima parte dell’aria lenta e poi finale rapido. Una struttura che ha il pregio di ridurre un po’ le ripetizioni dell’aria tripartita chiudendo col fuoco e le fiamme che chiamano l’applauso.


mercoledì 5 gennaio 2011

55 - Nemici, rivali e avversari (e tre)

Ricordate chi suono il Quartetto delle Dissonanze con Mozart la famosa volta in cui Haydn elogiò l’amico e collega davanti al padre? Oltre a Haydn stesso e a Dittersdorf, c’era il grande sinfonista Vanhal, compositore certamente da rivalutare che non è stato ancora degnamente riscoperto.

Non si può dire che Vanhal fosse un rivale di Mozart, né si conoscono giudizi dell’uno sull’altro, ma ad ogni modo quest’autore meritava d’essere ricordato, e non solo per una Sinfonia in sol minore che ebbe il suo bravo influsso sulla “Piccola” in sol minore mozartiana KV 183. Tra i contemporanei del Nostro, questo è uno dei più bravi e fortunati: in genere chi ama la musica di Mozart apprezza particolarmente anche quella di Vanhal:


Ben diverso è il caso di Clementi, compositore certamente più noto ma detestato da Mozart, che ne stroncò le capacità tecniche e compositive in una lettera a Leopold, forse più per la nota antipatia che provava nei confronti degli italiani che per altro. Per una volta la fama di un suo rivale ha superato il proprio tempo e Clementi è oggi ben noto agli appassionati come sonatista e sonatinista:



Sbagliato, tuttavia, accusare Mozart di plagio (e se plagio è stato, è stato anche un bene per la musica) per l’inaspettata comparsa del tema della Sonata seguente nell’Ouverture del Flauto Magico. Si può ben confrontare la debolezza del brano clementino con il brio e la maestria contrappuntistica del geniale avversario:




martedì 4 gennaio 2011

54 - Nemici, rivali e avversari (e due)

Nel Don Giovanni viene citato un altro brano di un collega che mieteva successi nella Vienna di allora: è “Come un agnello” di Giuseppe Sarti. La qualità dell’aria è ben inferiore a quella del brano di Martín y Soler:




Migliore sembra quest’aria tratta dalla stessa opera (Fra i due litiganti il terzo gode):




Farà ridere, comunque, ciò che Sarti disse di Mozart (se davvero mai lo disse) a commento dei Quartetti dedicati a Haydn: “Quelle opere non potevano che essere scritte da un pianista, che per giunta non conosceva la differenza tra un re diesis e un mi bemolle”. Aiuto.

Più tenero con gli stessi Quartetti fu un altro compositore di successo, Karl Ditters von Dittersdorf. Autore di pregevoli sinfonie e di alcuni singspiel, elogiò – pur con qualche riserva – la generosità di idee musicali del collega. Purtroppo ancor poco diffusa in rete, la musica di Dittersdorf è spesso arguta e non priva di fascino.


 

lunedì 3 gennaio 2011

53 - Nemici, rivali e avversari

Tra i più accaniti rivali di Mozart troviamo il compositore ceko Leopold Kozeluch, esecrato anche da Beethoven, la cui musica era ritenuta dai viennesi “più rassicurante” di quella mozartiana, che pur non tendendo certo allo sperimentalismo né alle sorprese poteva ben dirsi più complessa di quella dei contemporanei. Questo Kozeluch, invitato alle incoronazioni, amato dal pubblico e inviso ai grandi, si distinse in particolare nella composizione pianistica, con molte sonate in minore che con molta cautela possono definirsi preromantiche.





Tralasciando Salieri, che andrebbe più considerato un collega puro e semplice i cui contatti con Mozart conobbero i consueti alti e bassi, un altro rivale che ebbe fortuna nell’immediato per poi scivolare in un rapido oblio fu Vicente Martín y Soler, noto più che altro per aver mandato all’aria, col suo Una cosa rara, il successo delle Nozze di Figaro.




Per tutta risposta, come suggerisce il titolo del video, Mozart citò questo brano nel II finale del Don Giovanni e, confrontandolo a stretto giro di danza col suo Non più andrai, di fatto polverizza i doni melodici del compositore spagnolo.

domenica 2 gennaio 2011

52 - Mozart e il Concerto di Capodanno: die Mozartisten

Valzer di Strauss e minuetti di Mozart: un compromesso storico-musicale che si poteva credere impossibile fino a quando Joseph Lanner, autore di cui si sente parlare ed eseguire qualcosa in occasione del Concerto di Capodanno, non scrisse die Mozartisten, brano tutto composto da temi mozartiani, per la più parte operistici, ma naturalmente ballabili, riscritti sotto forma di valzer.

Il fatto che Lanner avesse scelto soprattutto brani d’opera per il suo omaggio indica forse che, nell’epoca in cui die Mozartisten venne composto (1842), Mozart era noto al pubblico soprattutto per la sua musica lirica. Così vien fuori che arie come “Fin ch’han dal vino” o la fuga dell’ouverture del Flauto Magico vengono riadattate in 3/4:



Il pezzo è stato gustosamente eseguito in forma orchestrale nel Concerto di Capodanno del 2006 diretto da Jansons.

51 - Massoneria in musica

Non è nuovo ai più il fatto che Mozart abbia scritto alcune musiche per la massoneria, in particolare lieder, cantate, il Flauto Magico e, altro capolavoro di lusso, la Musica funebre. Anche molti dei suoi colleghi erano massoni (compreso suo padre) e avevano composto opere di carattere simile, con abbondanza di strumenti a fiato in primo piano, segnali tripli e tonalità bemollizzate.

Prima di ascoltarli, però, è il caso di soffermarsi su un’oppera poco in vista, ma di solenne e fiera bellezza: la Cantata massonica KV 619 potrebbe intendersi come un Liederkreis in miniatura, con repentini cambi di tempo e un trascolorare costante dall’aria al recitativo e viceversa. Il pezzo finale (da 6:06) è l’Inno alla Gioia di Mozart, un motivo elementare e magnetico che si fissa immediatamente nella memoria:





Benché i suoi contatti con la massoneria siano meno evidenti di quelli che Mozart coltivò lungo tutta una vita, anche Beethoven ne manifesta l’influsso in quello che è cronologicamente il suo primo capolavoro nel capolavoro, l’aria “Da stiegen die Menschen ans Licht” dalla Cantata per la morte di Giuseppe II:



Ed ecco infine lo splendore degli strumenti a fiato in questa composizione di Salieri:

(Salieri – Armonia per un tempio della notte)