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Né è sfuggita la debolezza di alcune composizioni da camera che obiettivamente poco aggiungono alla produzione mozartiana, ammesso che vadano effettivamente attribuite al nostro autore. Opere come il Trio KV 266 (che probabilmente è il torso di una composizione che avrebbe dovuto contenere un numero maggiore di movimenti) o la negletta Sonata per fagotto e violoncello KV 292 di cui s'è parlato in un post precedente:
Di fattura non sgraziata, ma alquanto anonimo, il Trio KV 266 è ancora all'antica, privo di quelle finezze cui Mozart ci ha abituati. Dopo l'Adagio, che non sarebbe un'anomalia per questo tipo di composizioni, abbiamo un minuetto un po' più spigliato. Ad ogni buon conto l'autore, chiunque egli fosse, dopo averlo terminato deve avere abbandonato la composizione.
Anche diverse opere scritte a Parigi sotto finite nell'occhio del ciclone. Dalle danze confuse con quelle di altri compositori (Les Petits Riens, la Gavotta KV 300 che non conta ancora neppure un'esecuzione su YouTube) agli svogliati quartetti per flauto fino alla Sinfonia KV 297, questa produzione all'ombra della Tour Eiffel concede troppo al volubile gusto del pubblico, senza peraltro ottenere il successo sperato:
La popolarità attuale della Sinfonia parigina è però innegabile, forse proprio grazie alla sua allegria superficiale e alle numerose ripetizioni che suggerirono all'Abert un appropriato commento: "Ne consegue la rinuncia alla profondità e all'originalità delle idee fondamentali e della loro elaborazione, nonché una certa verbosità che si manifesta, a onta della volontà di concentrazione, nella tendenza a ripetere cose già dette, quasi nel timore che l'ascoltatore non abbia ben afferrato". Il pubblico parigino applaudì il primo e il terzo movimento, ma mugugnò durante il secondo, inducendo Mozart a scrivere un altro tempo lento.
Interessante è il modo in cui, almeno in quel di Parigi, la gente assisteva agli spettacoli musicali: gli applausi non scrosciavano solo alla fine dei singoli movimenti, ma anche durante melodie particolarmente gradite. Ce lo attesta lo stessso Mozart: "A metà dell'Allegro c'era un passaggio che sarebbe piaciuto. Tutti gli ascoltatori ne furono trascinati e un grande applauso proruppe".
La Sonata KV 330 in do maggiore, complessivamente una delle meno interessanti del corpus pianistico mozartiano per via dei due tempi estremi un po' troppo blandi, è considerata una sonata facile sotto l'aspetto tecnico, ma è di carattere del tutto diverso rispetto alla Sonata KV 545, pure per principianti. Nel primo tempo Mozart si diverte a giocare con frasi ingenue ma non prive di charme.
Caratteristica abituale: nello sviluppo troviamo subito un tema nuovo, che domina quasi tutta l'elaborazione e sparisce soltanto quando comincia la ripresa:
Altrettanto blando, seppure con un pizzico di brio in più, è l'Allegretto finale, che quasi ricalca il primo tempo con uno sviluppo occupato da una melodia tutta nuova:
Fin qui, tuttavia, sarebbe poco più di un divertissement; ben diverso (per fortuna) è lo scenario del movimento centrale:
Il tema è in linea con l'Allegro precedente, ma prende quasi subito strade differenti e nelle parti in minore gli accenti si fanno ancora più commossi e accorati. Si noti come, anche in un'esecuzione totalmente diversa da quella gouldiana, il senso del brano rimanga intatto.
Da questo punto in poi la disperazione di Idamante prende strade ancora più cupe: prima convinto che il padre fosse morto, ora lo riconosce ma ne viene subito allontanato senza poter capire il perché.
Questa situazione di angoscia contrasta efficacemente con l'intermezzo che segue, in cui i Greci festeggiano tra canti e balli la sudata vittoria. Il primo atto si chiude quindi con l'euforia del coro e il secondo si apre con la celebre aria di Ilia "Se il padre perdei". Nel recitativo accompagnato che segue Idomeneo riprende alcuni passi dell'aria, ripensando alle parole della ragazza:
"Buffa, ma senza ovvie buffonerie": così Ferruccio Tammaro riprende e commenta il titolo della Sinfonia VB 129, per l'appunto "Sinfonia buffa", dove i 3 movimenti sono saldati uno all'altro e l'abilità di Kraus nell'orchestrazione fa altri decisi passi avanti, benché le idee melodiche siano ancora generiche, à la Mannheim. Si può insomma definire una sorta di festa in 3 tempi alla quale partecipano ampiamente tutti gli strumenti, non solo gli archi.
Nel tempo centrale (Andantino) di quest'opera vivace vi è poi da segnalare il misterioso tema annunciato dai flauti è un bell'inizio, prima del ritorno alla normalità sancito dagli archi:
C'è però un momento, alla fine di questo brano, che sembra portarci in un mondo affatto diverso (4:09). Una finta conclusione che lascia intravedere altri scenari, altre profondità. Il finale presenta due melodie insolitamente estese, lontane dalla sciatteria delle sinfonie galanti. In pieno sviluppo compare un altro soggetto bizzarro, quasi turchesco, una sorta di terzo incomodo che richiama alla mente l'inizio dell'Andantino e tornerà ancora una volta in questo Finale.
Il KV 252 torna alla sfera rassicurante e leggera del divertimento per fiati. Questo è in quattro movimenti, con un Andante in cima e una Polonaise (danza raramente utilizzata da Mozart) in terza posizione.
Il tema dell'Andante ricorda da vicino "Stille Nacht" di Franz Xaver Gruber, che in realtà ne ricalca solo le prime quattro note anche se il ritmo è molto simile. Ad ogni buon conto, è molto improbabile che Gruber abbia conosciuto e ascoltato il divertimento mozartiano, specie in un'epoca in cui questo genere compositivo era ormai al tramonto se non già abbandonato.
Dopo un minuetto abbiamo una tranquilla Polonaise che, col suo tema balzellante, che ci preannuncia da molto lontano le stravaganze di ben altra composizione, la Serenata Gran Partita:
Nel finale (Presto assai) abbiamo una conclusione davvero velocissima del Divertimento, con un tema a moduli (o a blocchi) come il minuetto precedente. Curiosa - e anche qui, probabilmente, del tutto causale - la somiglianza del soggetto con uno dei vari temi del Rondò che conclude il Primo concerto per pianoforte di Beethoven:
Rispetto al 1° movimento della Sonata KV 331, altrettanto serio e pensoso è il Minuetto centrale (la struttura della Sonata si rifà ai modelli francesi, anche se c'è un altro esempio in Mozart che segue la stessa disposizione dei tempi, ovvero la Sonata KV 282 in mi bemolle maggiore, composta a Monaco).