Prima di affrontare il maggior capolavoro kraussiano per fortepiano solo, la Sonata VB 196 in mi maggiore, ci tocca fare un passetto indietro. C'è una piccola composizione del 1780, intitolata Zwei neue kuriose Minuetten (VB 190), ovvero "due nuovi e bizzarri minuetti" che può dirci qualcosa delle idee di Kraus sull'antico e sul moderno.
Il titolo annuncia una parodia, perché all'epoca il minuetto ben poco aveva di "nuovo" (specialmente il primo dei due presentati in questa composizione) e abbiamo visto dalla struttura delle sinfonie di Kraus quanto egli lo ritenesse sorpassato, arrivando a espungere questa danza da una delle sue migliori opere (VB 142); le "bizzarrie" consistono invece nei volontari errori ritmici e armonici contenuti nelle due tapine danze.
Il doppio brano alludeva all'incompetenza compositiva del suo destinatario, Johann Nikolaus Forkel (biografo di Bach), che era in contrasto con Kraus dopo avergli stroncato il saggio "Etwas von und über Musik fürs Jahr 1777". Gli arcaismi del primo minuetto (si veda il basso) irridono ai minuetti del quaderno d'Anna Magdalena Bach, mentre le castronerie armoniche del secondo, le modulazioni ad mentulam canis e le formule oltremodo goffe (le note doppie ribattute e quella fuorviante conclusione che fa erroneamente presagire un seguito) puntano dritte a "irritare il destinatario e divertire il pubblico" (Van Boer).
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