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giovedì 21 aprile 2011

71 – Idomeneo e l’opera seria. Un balletto che anticipa il Mozart viennese

A margine dell’Idomeneo e del suo successo, c’è il piacere di rammentare un balletto (o Chaconne) che andava inserito verso la fine del I atto e oggi credo venga raramente eseguito, se non altro perché aggiungerebbe un’altra mezzora ad un’opera già lunga. Niente di rivoluzionario, s’intende e s’intenda: il balletto a complemento dell’opera seria era una regola di quel tempo, e Mozart non vi si sottrae, nobilitando l’impegno con una musica perfettamente in linea con il capolavoro di Monaco.




Al trionfale pezzo d’apertura seguono un largo che può ricordare un tempo lento sinfonico e poi un allegro che ci riporta nell’atmosfera d’uno dei pochi altri balletti composti da Mozart, il Thamos (ne parleremo presto). Il resto non è il caso di svelarlo, non guastatevi il piacere della sorpresa.

Non si può tuttavia tacere quello che, dopo uno sguardo al passato recente, è un salto nel futuro non precisamente prossimo.




Chi conosce i concerti per pianoforte mozartiani avrà riconosciuto in questa tranquilla gavotta il tema del rondò che chiude il Concerto KV 503 in do maggiore.

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