Dopo aver ascoltato il Mozart serio (http://dailymozart.blogspot.com/2010/12/48-un-mozart-serissimo.html) e il Mozart magniloquente (http://dailymozart.blogspot.com/2011/04/64-mozart-magniloquens.html), e prima di riprendere quello operistico, prendiamoci una pausa con le composizioni in cui Mozart ha toccato i vertici del preromanticismo, rivelando una passione sconosciuta al proprio secolo che ritroveremo presto in Beethoven.
L'esempio più famoso è la Sinfonia in sol minore (KV 550), qui in una versione cameristica:
La prima delle opere che vengono alla mente parlando di beethovenismo mozartiano è il Concerto per pianoforte in re minore. Alcuni violentissimi passaggi segnano l'intero primo movimento, alla fine del quale par quasi di sentire una minaccia nella chiusa orchestrale ("Sta' in campana, non è mica finita").
Questo presagio inquietante si avvera inaspettatamente nel secondo tempo sotto forma di tempesta sonora (4:15), dopo la liricissima parte iniziale:
Tra le opere più crude e tormentate, e più vicine alla souffrance de vivre ottocentesca, non si può scordare il Quintetto in sol minore KV 516:
Il do minore della sonata KV 457, già analizzata in http://dailymozart.blogspot.com/2010/12/45-evoluzione-della-sonata-in-do-minore.html e http://dailymozart.blogspot.com/2010/12/46-evoluzione-della-sonata-in-do-minore.html (e qui eseguita da Richter), è un altro nido di passione musicale scatenata fin dal primo accordo ascendente.
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