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lunedì 25 marzo 2024

Grandi contemporanei: Joseph Martin Kraus (26)

Olympie, ovvero come la Naxos scoprì un genio

Il 7 gennaio 1792, due giorni dopo la nascita del lied in memoria di Mozart, si rappresenta con grande successo la tragedia Olympie di Voltaire al Teatro reale drammatico di Stoccolma. Kraus ci aggiunge le musiche di scena (un'ouverture, unamarcia per fiati, quattro interludi e un postludio). L'ouverture, solenne e severa, è il primo brano in assoluto dell'integrale sinfonica Naxos. La struttura dell'ouverture è tripartita: adagio – allegro – adagio, dove l'ultima parte riprende tematicamente la prima. Il livello è quello, superbo, delle sinfonie kraussiane in minore, con il finale che non giunge a una conclusione, restando invece sospeso per introdurre le prime battute della tragedia:


Gli altri brani si mantengono su toni più moderati e semplici, ma dopo la marcia che apre i giochi, l'interludio tra I e II atto (1:21), in un bel minore drammatico, ritrova quei caratteri eroici ai quali Kraus ci ha abituati.

Più esteso, ma anche più galante,è l'interludio tra II e III atto (2:11), una sorta di contraddanza quasi innocua; tra il III e il IV (4:27) abbiamo invece un fraseggio più riflessivo, con ampie parti affidate ai fiati. Benché il suo tema di partenza sia spoglio, è il pezzo più elaborato e seducente di questa serie.

L'ultimo interludio (8:48) comincia per contro da una melodia staccata in tempo mosso e ricca di pause esitanti: simile a un finale di sinfonia (ma chiaramente pensato per la scena), è un altro brano danzante, con un chiaro andamento di minuetto. A concludere il lotto delle musiche di scena è un solenne postludio (11:50) con tanto di tromboni, che doveva sottolineare la tragica conclusione del dramma e sembra prepararci, nel suo desolato calando, alle meditazioni ultraterrene della Sinfonia funebre.


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