In realtà il tempo lento composto in origine da Kraus (un Larghetto) era tutt'altro che malvagio e l'editore Traeg lo considerava più che altro inadeguato per il gusto viennese dell'epoca. Vedremo anzi che le preziose caratteristiche di questo brano vanno ben oltre gli angusti limiti imposti dalle mode di allora.
Il bel ritmo di siciliana nasconde una melodia che prefigura lontanamente nientemeno che la Marcia funebre dell'Eroica, ma complessivamente il brano è molto meno teso e si mantiene su toni di nobile e malinconica tranquillità per tutto il suo corso. Si noti la bellezza di entrambi i soggetti melodici e l'estrema sicurezza della scrittura per un'ochestra perfettamente bilanciata e timbricamente generosa.
Al termine dell'esposizione il primo tema si ripete, ma ne troviamo uno nuovo subito dopo. L'oboe, già impiegato con grande perizia in questo movimento, si occupa anche di questa stupenda melodia, enunciandola, elaborandola e acquistando quasi mansioni concertanti.
Segue una fase orchestrale che potremmo definire di assestamento, dopo di che sono gli archi a riprendere, seguiti sempre dall'oboe, il tema nuovo, aggiungendovi nuove perorazioni. Come se ci trovassimo in un rondò, infine, ritroviamo il dolente motivo iniziale, con cui il Larghetto si chiude.
Al termine dell'esposizione il primo tema si ripete, ma ne troviamo uno nuovo subito dopo. L'oboe, già impiegato con grande perizia in questo movimento, si occupa anche di questa stupenda melodia, enunciandola, elaborandola e acquistando quasi mansioni concertanti.
Segue una fase orchestrale che potremmo definire di assestamento, dopo di che sono gli archi a riprendere, seguiti sempre dall'oboe, il tema nuovo, aggiungendovi nuove perorazioni. Come se ci trovassimo in un rondò, infine, ritroviamo il dolente motivo iniziale, con cui il Larghetto si chiude.
Con i suoi gruppetti sospesi su un'armonia vagabonda, l'Allegro finale sembrerebbe scivolare nell'estemporaneo se alcune vigorose, quasi perentorie frasi intonate dagli archi non riportassero la sinfonia sulla solida terra, in un'atmosfera molto vicina a quella del primo tempo. Lo sviluppo fonde i gruppetti con i grintosi richiami orchestrali, che anche stavolta hanno quasi subito la meglio fino alle soglie della ripresa, dove invece sono proprio i gruppetti a danzare uno sull'altro finché il secondo tema, seguendo i fondamenti della forma sonata, ma con le dovute modifiche, non conduce in porto questa sinfonia tutto sommato leggera, ma sempre vivida e, nel Larghetto, sapidamente poetica.
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