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sabato 4 febbraio 2012

228 - Sei danze tedesche, un incanto

Questa delicata serie di danze, scritta in un'epoca in cui Mozart era ormai in grado si creare capolavori indipendentemente dal genere affrontato, ci porta in una grande sala viennese, quasi anticipando i grandi valzer straussiani. 

Forti ma dolci (come vuole un'indicazione dello stesso Mozart nell'ultima sua sonata per piano), questi brani sono intrisi di nostalgia, a cominciare dal primo, costruito sul semplicissimo accordo di do maggiore, e soprattutto se si ascoltano con attenzione i Trii, ovvero la seconda parte di ciascuna danza.


Il volteggiare incantatorio dell'orchestra lascia all'ascoltatore tutto l'agio di godersi l'incanto melodico e timbrico di queste creazioni che, pur su scala minuta, mostrano la stessa maestria dei coevi capolavori. Mozart si avvierà a scrivere un numero sempre maggiore di danze man mano che la sua vita si avvicinerà alla fine. 

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