All'insegna dell'improvvisazione totale, il Preludio modulante KV 624a (un tempo KV deest per gli amici) può essere considerato uno strimpellio qualsiasi, ma ciò nonostante non è privo di grazia. Modulante perché passa da mi minore a fa maggiore, con un po' di immaginazione si può anche considerare un brano a metà fra le (molto) libere fantasie di Wilhelm Friedemann e le composizioni omologhe di Carl Philipp Emanuel Bach:
Man mano che la musica prosegue, il brano acquista senso e profondità, avvicinandosi alle curiose evoluzioni del Capriccio KV 395, forse l'unico brano mozartiano al quale sia collegabile. Le analogie con quella composizione suggeriscono una data per questa intorno al 1782: per una volta, infatti, il numero di catalogo è slegato dall'ordine cronologico: il 624 è infatti riservato alle cadenze che Mozart scrisse per i suoi concerti pianistici, quasi fosse una sorta di parcheggio per brani atipici.
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