Col Quartetto "Non ti fidar, o misera" abbiamo in scena l'ennesima dimostrazione di come sia possibile fondere caratteri e situazioni in un concertato, riutilizzando uno stesso tema e affidandolo a più personaggi i quali lo cantano, lo storcono, lo abbreviano, lo ampliano o lo stravolgono a seconda del contesto.
Come nota argutamente il Dent, esperto del teatro mozartiano, la piccola melodia puntata che chiude la prima frase di Donna Elvira ("Te vuol tradire ancor") viene prima nobilitata dagli interventi dei flauti e degli archi che accompagnano la risposta di Donna Anna e di Don Ottavio, poi quasi ridicolizzata perché quel ritmo puntato s'impone, con effetto grottesco, quando Don Giovanni vuol far credere che Donna Anna è fuori come un autobus (0:52 - 1:16).
La vera puntata in avanti sotto l'aspetto della caratterizzazione, però, è il modo con cui viene intonata la frase "Certo moto d'ignoto tormento ecc.": fintamente compassionevole Don Giovanni; incerti e turbati Donna Anna e Don Ottavio che cantano all'unisono; partita per la tangente Donna Elvira, che spara con noncuranza un tarantolato saliscendi di semicrome (anche qui è il Dent a sottolineare la bella differenziazione delle linee melodiche, quasi Mozart si fosse divertito a far davvero passare per pazza Donna Elvira).
Nonostante i reiterati tentativi di convincere Donna Anna e Don Ottavio, la situazione non si evolve e il quartetto si conclude, insistente, proprio sul temino puntato che s'era udito all'inizio. Ci vorrà ancora un recitativo prima che l'autore del delitto venga finalmente scoperto.
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