Nessuno si sarebbe scandalizzato se ci avessero parlato delle Contraddanze KV 267 (mai sentite?) come un buon pezzo. O forse qualcuno sì, un paio, di nome Wyzewa e Saint-Foix, per i quali non contenevano "nessun valore musicale considerevole". Il secondo poi, vide meraviglie nell'improbabile lento del Concerto KV 268, dichiarato spurio a furor di critica e probabilmente composto da un violinista amico di Mozart che aveva poche speranze nel campo della composizione.
Le quattro Contraddanze del nostro post, scritte più per piacere personale e altrui che per mettere in luce un solista, sono uno dei numerosi lavori scritti da Mozart per il carnevale (salisburghese o viennese, secondo i casi). Le danze, poi, sono l'ordinaria amministrazione nell'agenda d'impegni mozartiana, ma anche in questo caso mostrano una cura non disprezzabile dell'orchestrazione, sempre varia e felicemente realizzata.
Si troverà particolarmente azzeccato il minestrone timbrico del secondo brano (1:26), dove flauti, fagotti e corni fanno la loro porca figura.
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