La Sonata KV 330 in do maggiore, complessivamente una delle meno interessanti del corpus pianistico mozartiano per via dei due tempi estremi un po' troppo blandi, è considerata una sonata facile sotto l'aspetto tecnico, ma è di carattere del tutto diverso rispetto alla Sonata KV 545, pure per principianti. Nel primo tempo Mozart si diverte a giocare con frasi ingenue ma non prive di charme.
Caratteristica abituale: nello sviluppo troviamo subito un tema nuovo, che domina quasi tutta l'elaborazione e sparisce soltanto quando comincia la ripresa:
Altrettanto blando, seppure con un pizzico di brio in più, è l'Allegretto finale, che quasi ricalca il primo tempo con uno sviluppo occupato da una melodia tutta nuova:
Fin qui, tuttavia, sarebbe poco più di un divertissement; ben diverso (per fortuna) è lo scenario del movimento centrale:
Il tema è in linea con l'Allegro precedente, ma prende quasi subito strade differenti e nelle parti in minore gli accenti si fanno ancora più commossi e accorati. Si noti come, anche in un'esecuzione totalmente diversa da quella gouldiana, il senso del brano rimanga intatto.
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