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sabato 17 novembre 2012

274 - Grandi contemporanei: Joseph Martin Kraus

Nonostante abbia affrontato diversi generi, il compositore tedesco-svedese Joseph Martin Kraus (1756-1792) è più che altro ricordato e apprezzato come sinfonista, oltre che per il fatto di essere nato nello stesso anno di Mozart e vissuto solo un anno più di lui. Vale tuttavia la pena di addentrarsi nella sua produzione e nella sua biografia.

La bella parabola sinfonica di Kraus comincia intorno al 1770, con le due sinfonie in la e fa maggiore (VB 128 e 129, entrambe nel vol. 2), scritte presumibilmente in quel di Mannheim, tanto più che lo stile ricorda molto quello della città sinfonica per eccellenza. Il la maggiore kraussiano è un bel modello di spensieratezza, pur con tutte le formulette incipriate ancora al loro posto, i tremoli e gli accordi in apertura di tempo (e non solo).



Nonostante gli sviluppi in minore, non si intuisce ancora il compositore profondamente tormentato, l'esponente di punta dello Sturm und Drang che conosceremo nei prossimi anni. Abbiamo anzi, in questa prima prova sinfonica, tutti e quattro i tempi veloci, quasi una sorta di contraltare di quello che è probabilmente il suo capolavoro più prezioso, la Sinfonia funebre. Così quello che dovrebbe essere l'andante o l'adagio di turno è in realtà un comodo Allegretto - non granché rapido, a dire il vero - che par quasi tolto dalla serie dei primi tempi haydniani poco mossi. 

Il Minuetto è una rarità in Kraus (ritornerà solo nella sinfonia in do# minore, che per giunta è un'opera provvisoria che verrà perfezionata e privata proprio del minuetto); neppure nel Trio, del resto, si scopre una propensione particolare per la danza, la parrucca o le buone maniere settecentesche, né la scelta del modo minore rende più interessante questo pezzo. Molto ma molto più significativo è il finale, con i suoi due minuti e fischia segnati da improvvisi cambi d'umore e da un'orchestrazione sfaccettata e burlesca:


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