Con l'ultima Sonata per violino e tastiera* Mozart porta a perfezione un genere che in precedenza era considerato di puro intrattenimento. La compone in pieno clima dongiovannesco e questo si percepisce chiaramente, anche se i tre movimenti prendono dal dissoluto punito solo gli aspetti giocosi, evitando quasi completamente quelli drammatici.
La vivacità dei tempi estremi trova puntuali riflessi nelle fasi più gioiose del Don Giovanni, la cui concitazione si può avvertire nello sviluppo, dove la battaglia fra i temi si fa più agguerrita e si possono quasi osservare le scintille che fanno.
Prendiamo a mo' di esempio i temi del primo, autentici scrosci di generoso entusiasmo:
O il quasi-moto-perpetuo del Finale (ispirato a un tema di Carl Friedrich Abel) che pure non disdegna momenti di lucente tenerezza come la coda dell'esposizione - 2:28 -, oltre a notevoli trovate e vigorose levate di ingegno (il repentino cambio di marcia in 1:22, per esempio):
Dove però la sonata si eleva ad altezze mai raggiunte prima nelle opere per questo organico è nell'Andante. Intanto l'armonia e la melodia si fondono subito (al piano è affidata la prima, al violino la seconda, ma in realtà essere formano come detto un tutt'uno, e in seguito i ruoli dei due strumenti si invertiranno), reggendo un equilibrio che si mantiene per tutto il brano. La concentrazione e la bellezza ricordano quelle dei quartetti per Haydn: tutti i temi (e non sono pochi) recano il segno di una fortissima passione.
* Non fa testo la Sonata per principianti KV 547, che non si discosta da una gradevole cordialità e risente dei limiti che comporta la sua destinazione. A titolo di completezza, comunque, ne riporto i tre movimenti:
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