A complemento degli articoli sulle trascrizioni e sulle opere di ispirazione bachiana, su richiesta del MozartForum aggiungo alcune impressioni sulle Fantasie per organo KV 594 e 608.
Entrambe in fa minore, opere della profonda maturità mozartiana, serissime per concezione e stavolta perfettamente compiute – e non solo nel senso letterale – si dividono in tre movimenti ciascuna, distinguendosi però dalle sonate dell’epoca per il fatto di riprendere nel finale i temi del primo tempo. Un percorso ciclico rarissimo in Mozart, non infrequente invece nelle opere dei suoi contemporanei (se ne trovano buoni esempi in Haydn).
(qui per quintetto di fiati)
La Fantasia KV 594 comincia con un bell’Adagio raccolto, non tragico nonostante il fa minore (anzi molto sereno), seguito da un allegro più vivo al punto da lambire le soglie dell’entusiasmo, quasi ad ampliare le sensazioni positive del primo movimento. La versione qui segnalata mette chiaramente in risalto questo ottimismo non altrettanto avvertibile con le sonorità dell’organo. Anche il contrappunto è gioioso, direi più di marca handeliana che non bachiana.
La ripresa dell’Adagio iniziale riporta la calma, ma non è una ripetizione letterale del tempo di apertura; al ritorno del primo tema segue una fase inquieta e screziata di dissonanze, nel complesso però più malinconica che realmente triste, con cui il pezzo si conclude.
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