Nel minuetto della Sinfonia KV 319 Mozart conferma l’andamento tutto sommato leggero dell’opera: i larghi intervalli trasmettono pomposità e solennità. Al tema iniziale un po’ forzato e impettito segue un trio più cantabile, quasi alla Haydn:
Può tornare utile, per un confronto, il minuetto della Sinfonia n. 85 di Haydn, nella stessa tonalità, composta qualche anno dopo la KV 319 (trio da 1:39 in poi):
Nel finale Mozart si scatena e si abbandona al cantabile già presente per buoni tratti in tutta la sinfonia. Già il tema, pur se in un tempo diverso (qui è in 2/4, là in 6/8), è stretto parente di quello che incoronerà il finale della prossima Sinfonia, la KV 338.
Questa tarantella gioiosa s’intreccia con altre idee, tutte di pari allegrezza e vivacità, fino allo sviluppo che introduce (mozartianamente) un soggetto nuovo e un poco malinconico che viene presto scacciato dal ritorno del tema iniziale. Ancora una volta l’entusiasmo prerossiniano della musica nasconde e supera le delusioni della vita, e come in numerose altri allegri conclusivi di questo genere a Mozart non occorre neppure chiudere il brano coi fischi e coi botti per suggellare questa felicità tutta musicale.
Tra l'altro, l'analisi dell'autografo testimonia che il minuetto fu aggiunto a Vienna intorno al 1785 (grazie all'analisi del tipo di carta impiegata), forse per renderla più "commerciabile" nella forma in cui le sinfonie erano eseguite nella capitale, anche se per molti aspetti pare dello stesso tono espressivo del resto della sinfonia
RispondiEliminaSì, secondo il Della Croce il minuetto è stato aggiunto nel 1782 (la sinfonia è del 1779), ma concordo sul fatto che sia comunque difficile prendere quest'opera per un'ouverture all'italiana, un tipo di composizione che spesso brilla per la sua superficialità, specie nei finali.
RispondiEliminaQui invece Mozart ci offre una sinfonia densa di concentrazione e di impegno da cima a fondo. Inoltre il movimento conclusivo mostra una cura e una finezza eccellenti, ma probabilmente i Viennesi dovevano avere orecchie non migliori dei Parigini di qualche anno prima, per cui si potevano convincere più con la quantità (4 movimenti al prezzo di 3) che con la qualità.
D'altronde il numero nettamente minore di sinfonie scritte da Mozart dopo la fuga da Salisburgo è un altro indice della maggiore concentrazione di queste opere. Dalla spensieratezza dei primi anni si è passati a movimenti molto più lunghi, a sviluppi molto più meditati.
RispondiEliminaBeh, Mozart era stato avvisato da più parti della superficialità dei viennesi, i cui gusti cambiavano con la stessa repentina velocità dei parigini. :)
RispondiEliminaA quanto riporta lo stesso Mozart in una lettera al padre, perfino il conte Arco, autore della sacrilega e celeberrima pedata, lo avvisò in tal senso.
Il conte Arco è passato alla storia per quella pedata e per la sua previsione, di sconcertante esattezza.
RispondiEliminaIeri sera, per curiosità, mi sono andato ad ascoltare qualche aria dall'Arbore di Diana, tanto per valutare la concorrenza che Mozart dovette affrontare in quel di Vienna: musica modestissima, davvero poca cosa, eppure la capitale impazziva per questi compositori oggi dimenticati. Anche Salieri non andava oltre la composizione di opere dignitose, lo trovo migliore nella musica strumentale.
E che dire allora del modestissimo Sarti? per il quale Austria e Russia stravedevano?
RispondiEliminaSalieri è stato un compositore di gran talento, ma non aveva la scintilla che portava al genio. L'analisi delle sue partiture rivela una grande padronanza dell'armonia, e una florida inventiva melodica. Purtroppo non aveva la capacità di sviluppare le idee, sono belle melodie ma di corto respiro. Ricorda un po' il Mozart dei primi anni, quando si trova un'esplosione di inventiva melodica, un'idea dietro l'altra, senza veri sviluppi delle frasi.
Vi sono però opere di gran pregio, come Les Danaides (che inizialmente furono spacciate come opera di Gluck, per complicate cause, e i parigini non ebbero il minimo dubbio nel credere la musica opera del Cavalier Gluck)
Vero, le opere strumentali sono spesso più interessanti. Vi è per esempio una serie di variazioni per orchestra sulla follia di Spagna, davvero pregevoli, che rivelano un certo talento per l'orchestrazione
RispondiEliminaSarti è persino deprimente; Salieri andrebbe approfondito. Ho sempre desiderato di ascoltarmi per benino il suo Falstaff e per l'appunto Les Danaides, che dovrebbe essere la migliore opera da lui scritta.
RispondiEliminaNon entusiasmante, se devo dire, l'Axur di cui si ascolta qualche estratto in Amadeus. Quanto alle variazioni sulla follia di Spagna, sono effettivamete notevoli, con un bell'inizio per soli fiati.
A proposito di Sarti, nel blog avevo postato anche un paio di sue arie (http://dailymozart.blogspot.com/2011/01/54-nemici-rivali-e-avversari-e-due.html). Da qualche parte ho anche ascoltato alcune sue sonate per flauto: anche in tal caso nulla di particolare.
RispondiEliminaAxur non è male (soprattutto nella versione originale in francese, Tarare). Amadeus non rende per nulla giustizia a Salieri (a dire il vero nemmeno a Mozart -.-), viene fatto passare per un pietoso strimpellatore da quattro soldi (deprimente la scena della marcetta composta per l'Imperatore) che sopravvive grazie agli intrighi.
RispondiEliminaIn Amadeus Salieri è utilizzato più come rappresentazione in carne ed ossa dell'invidia che come se stesso: da qui le marcette improbabili e le cabale (alcune delle quali ci sono state risparmiate almeno inizialmente grazie ai tagli del regista).
RispondiEliminaPer carità, l'attore è grandioso, ma il risultato è quello di svilire un compositore validissimo e migliore di tanti altri contemporanei. D'altronde Amadeus non ha pretese di verità storica (o almeno spero non ne abbia), è una discreta telenovela con una splendida colonna sonora.
A proposito, due scene di Amadeus veramente mi fanno saltare i nervi: quella in cui fa le capriole nel palazzo di Colloredo con Constanze (?, che ci faceva dall'arcivescovo??), e quando esordisce con un linguaggio degno da scaricatore di porto davanti a Giuseppe II. Ma veramente si può credere che Amadè, che ha passato anni a viaggiare per le corti europee, fosse così idiota da non sapere come comportarsi? Tanto più che certi comportamenti, all'epoca, non sarebbero stati facilmente perdonati
RispondiEliminaIn effetti, pur con tutta la tolleranza illuminista, non gliel'avrebbero fatta passare tanto liscia né Colloredo né l'Imperatore.
RispondiEliminaMozart poteva ben sbizzarrirsi nei suoi canoni scherzosi o nelle lettere alla moglie o alla cugina, ma non credo si sognasse neppure di comportarsi allo stesso modo con i suoi "datori di lavoro", tanto più che dai rapporti con questi dipendeva direttamente il suo sostentamento.
Penso che neppure Beethoven, più prestante e deciso di Mozart, si permettesse eccessi del genere con quelli che, nei suoi confronti, non eran più superiori, ma pur sempre personaggi titolati e in grado di danneggiarlo.
comunque, complimenti per il blog. La scoperta di un luogo esclusivamente dedicato al nostro salisburghese preferito è stata illuminante :)
RispondiEliminaora sto impazzendo a leggere post e commentare! Bravo
Grazie mille ;)
RispondiEliminaMozart è davvero fonte inesauribile di spunti, e con l'aiuto di YouTube, che permette di avere anche la possibilità di ascoltare i brani musicali "in diretta", scrivere un blog su di lui viene spontaneo :)
tra l'altro commenti molto pertinenti ma non troppo pesanti ed accessibili a tutti. Hai studiato musica o è solo una profonda passione?
RispondiEliminaSolo una profonda passione, purtroppo. Mi sarebbe piaciuto lavorarci.
RispondiEliminama qui commento solo io? XD
RispondiEliminavedrò di fare un po' di passaparola!
Grazie per l'iniziativa, è una buona cosa se si riesce a diffondere un po' il sito :D
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