Nella KV 303, penultima del ciclo delle Sonate per violino di Mannheim, Mozart comprime tre movimenti in due, oscillanti tra la tranquillità e l'entusiasmo sfrenato: un Adagio che si alterna a un Molto allegro e un Tempo di minuetto.
Idilliaco, l'Adagio ricorda curiosamente (nella sua seconda parte) l'Andante cantabile di Roman Hoffstetter, brano un tempo attribuito a Haydn:
Il Molto Allegro seguente, di carattere completamente diverso, crea un bel contrasto e scatena la gioia del compositore, prima trasmessa dalle note ribattute e dal trillo, poi lasciata fluire su una lunga slitta di terzine. Anziché ripetere l'esposizione del Molto Allegro, Mozart lo fa precedere di nuovo dall'Adagio, variando entrambe le sezioni.
Il Tempo di minuetto, pur fungendo da finale, non è un minuetto vero e proprio né un rondò, essendo scritto in forma sonata. Si tratta di un altro dei finali tranquilli, in calando, che Mozart non di rado inserisce in quest composizioni e non avrebbe neppure molto da dire; nello sviluppo, tuttavia, compare un tema nuovo (di appena quattro battute) che tornerà in un Trio ancora di là da venire (l'Andante del KV 496), stavolta alla fine dell'esposizione.
Idilliaco, l'Adagio ricorda curiosamente (nella sua seconda parte) l'Andante cantabile di Roman Hoffstetter, brano un tempo attribuito a Haydn:
Il Molto Allegro seguente, di carattere completamente diverso, crea un bel contrasto e scatena la gioia del compositore, prima trasmessa dalle note ribattute e dal trillo, poi lasciata fluire su una lunga slitta di terzine. Anziché ripetere l'esposizione del Molto Allegro, Mozart lo fa precedere di nuovo dall'Adagio, variando entrambe le sezioni.
Il Tempo di minuetto, pur fungendo da finale, non è un minuetto vero e proprio né un rondò, essendo scritto in forma sonata. Si tratta di un altro dei finali tranquilli, in calando, che Mozart non di rado inserisce in quest composizioni e non avrebbe neppure molto da dire; nello sviluppo, tuttavia, compare un tema nuovo (di appena quattro battute) che tornerà in un Trio ancora di là da venire (l'Andante del KV 496), stavolta alla fine dell'esposizione.
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