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venerdì 2 dicembre 2011

170 - L'addio al piano di Mozart

Qualche volta vi sarà capitato di ascoltare l'Andante in fa KV 616 eseguito su un pianoforte e magari di pensare che questo sia stato l'ultimo brano scritto da Mozart per la tastiera. Sbagliato: quell'Andante è stato composto espressamente per l'organo, al punto da essere annotato su tre pentagrammi in chiave di sol. Per trovare il pezzo con cui Mozart dice addio alla tastiera (o meglio al fortepiano) occorre fare un passetto indietro.

Le variazioni in fa maggiore su un tema di singspiel hanno molti dei tratti comuni alle opere del terzo stile mozartiano: lontananza dai trionfalismi, tendenza all'essenziale, semplicità a oltranza che, a dispetto delle apparenze, conferisce una doppia dimensione al brano: ingenuo in superficie, denso di rivelazioni in realtà.

Il tema, tutto sommato uno dei migliori variati da Mozart, è già di per sé palesemente lineare e cantabile, e par quasi insensibile alle trasformazioni cui viene sottoposto. Ancora più lievi sono i cambiamenti subiti dall'introduzione al tema, un inciso di otto battute che ha stupito i critici e che, verso la fine (13:23), viene argutamente sovrapposto alla melodia principale:


E' stata poi rilevata anche la (non evidentissima) somiglianza tematica di quest'introduzione con quella del brano dei tre Geni nel Flauto Magico:


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