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mercoledì 1 dicembre 2010

21 – Tempi antichi e nuovi (Ancient and new times)

Dal KV 517 “Die Alte” al KV 519 “Trennungslied”, passando per la neutralità cronologica del KV 518 (quasi una progressione matematica di note), Mozart attraversa nuovamente intere epoche, un po’ per amor di satira e un po’ per chiaroveggenza.

In “Die Alte”, per l’appunto “La vecchia”, c’è chi ha voluto vedere una sferzante parodia delle maniere di Leopold (ma se il testo originale era “Der Alte”, il vecchio, Mozart avrà proprio voluto evitare che saltasse fuori un sospetto del genere), persino nel modo di comporre e di condurre l’armonia, che difatti ricorda magistralmente il basso continuo dei tempi andati, senza contare l’indicazione dello spartito che raccomanda di cantare il lied con voce nasale. Per esempio:



Altrettanto riuscito, ma di tutt’altra natura è il Trennungslied (canto della separazione), in cui è messo in note il dramma eternamente attuale di due innamorati che si lasciano. La qualità del testo potrà ricordare le melensaggini delle canzonette piene di rime del tipo “me/te”, o le frasi fatte del caso (“Non posso vivere senza di te”, regolarmente presente nelle diciotto strofe della canzone), ma con Mozart è davvero il caso di dire che la musica cambia.

Il dolente fa minore dell’opera ci porta in regioni ignote al lied di quel tempo: tanto generiche e comuni le parole dell’ordinario poeta, quanto più efficace la resa sonora dell’opera. Forse Mozart tornò con la mente a quel Natale in cui Aloysia lo mollò nel più turpe dei modi, per quanto ci sia anche di peggio (basti pensare a come lo disprezzò Konstanze, vivo o morto che fosse):






Come l’Abendempfindung ascoltato in precedenza, anche in questo lied si nota con piacere che a una struttura testuale strofica non fa riscontro una musica ripetuta ad ogni cambiar di stanza: c’è anche un episodio in maggiore che introduce un salutare elemento di contrasto e permette di apprezzare la melodia sotto un’altra luce. Bella lì.

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