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lunedì 17 ottobre 2011

133 - "Uno strumento che proprio odio" (6)

Il Quartetto KV 285a, diviso in due tempi, si apre con un quieto Andante che può ricordare nel ritmo e nelle movenze melodiche il 2° tempo del Concerto KV 314. Solo questo, in effetti, suona mozartiano nell'opera, che inizialmente venne "completata" con il 1° movimento del KV 285 da qualche editore che, senza minimamente preoccuparsi delle questioni stilistiche, appiccicò a forza la perla di un capolavoro a quest'opera monca e deboluccia.


Non è detto che quest'opera facesse parte del lotto di composizioni per De Jean (e neppure che sia di Mozart). Ad ogni modo due figure fanno spicco nel I tempo: il tema a gradini ascendenti e la graziosa frase, poco più avanti, che viene distribuita a ciascuno strumento, in una conversazione un po' troppo manierata per essere interessante.

Poco caratterizzato anche il Tempo di minuetto che funge da Finale (8:24), e che suona come tirato via: non sarebbe niente di malvagio se fosse stato scritto da un autore ordinario, ma qui si tratta di Mozart. L'impianto formale è quello di un breve rondò, senza strofe di rilievo (altra pecca che fa dubitare dell'autenticità).

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