Con la Sonata KV 378, che non costituisce un ciclo assieme alle Sonate KV 376, 377, 379 e 380, ma è stata composta tre anni prima ed è dunque da considerarsi come un'opera isolata, Mozart si affranca dalle melodie un po' generiche sparse nelle Sonate di Mannheim.
Già il primo tema, teneramente elegante, ci introduce a un'esposizione benissimo delineata, mentre lo sviluppo, tutto insistito su un nuovo elemento in minore, screzia di tinte drammatiche (ma non troppo) un quadro particolarmente sereno.
Sulla falsariga del tempo lento che già abbiamo ammirato nel KV 296 (Sonata di natura molto simile a questa, vedi qui), nel 2° movimento troviamo quella che potrebbe essere un'aria d'opera trascritta per violino e tastiera. Infatti il tema è anche in questo caso preso in prestito da Johann Christian Bach:
Il rapido Rondò di chiusura presenta un altro soggetto chiaro, ma non altrettanto incisivo come i precedenti. Spetta alle ben congegnatestrofe (o couplets) rendere più mosso il carattere del brano:
Il fascino di quest'opera ha suggerito una trascrizione per clarinetto e trio d'archi:
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