Mi viene spontaneo un parallelo con la Sinfonia (pure concertante) KV 364, in cui Mozart ha raggiunto livelli simili, pur strutturando in modo completamente diverso il tempo centrale. Anche lì il terzo movimento era più disteso rispetto ai primi due e "abbassava il tono" pur senza compromettere il livello compositivo. Qui invece le profondità del II tempo quasi appiattiscono, e l'attrattiva principale del pezzo è un inatteso rallentamento prima del rapidissimo Vaudeville conclusivo.
Un finale "à la mode", dunque, come lo stesso Mozart ne ha composti in occasione del Concerto per arpa, per non dire delle numerose concessioni al pubblico fatte nella Sinfonia "Parigi". E nel quale compare in ogni caso (0:43-0:46) un altro passaggio tipicamente mozartiano, che ricorre in molte opere della sua produzione ma non in quelle dei contemporanei.
Tutto sommato, pur considerando in blocco i difetti di questa partitura comunque affascinante, io direi che è di Mozart. I suoi tratti stilistici ci sono, lo sviluppo che si allontana dall'esposizione pure, la maestria di scrittura anche. Per sincerarsene si confronti questa Concertante con quella di Haydn (detta anche Sinfonia n. 105 e scritta nel 1792), che pur con i suoi indubbi pregi, nonché uno splendido finale con tanto di recitativo scherzoso all'insegna della più spassosa ironia haydniana, resta nel complesso al di sotto.
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