Delle critiche mosse alla Sinfonia concertante KV 297b si è già detto. Ciò che invece non abbiamo ancora trattato è l'antefatto che circonda l'opera come un alone nebuloso. Questa la genesi della composizione: tra il 5 e il 9 aprile 1778 Mozart scrive a Parigi la Sinfonia per quattro solisti di spicco, Wendling (flautista), Ramm (oboista), Stich (cornista) e Ritter (fagottista). L'impresario Jean Le Gros acquista lo spartito, ma anziché far eseguire l'opera si tiene l'autografo e davanti alle rimostranze di Mozart fa il vago. Wolfgang non può più riavere la partitura, ma promette al padre di riscriverla da cima a fondo perché se la ricorda a memoria.
Ora la Sinfonia concertante pervenutaci è scritta per oboe, clarinetto, corno e fagotto, per cui la parte del flauto è stata scambiata con quella dell'oboe e quella dell'oboe sostituita dal clarinetto. Il musicologo Robert Levin ha voluto ricostruire l'opera per la formazione di solisti originaria e la sua versione è stata catalogata col numero KV 279B (la lettera maiuscola la distingue da quella pervenutaci):
Levin non si è limitato a sostituire l'organico con quello descritto da Mozart, ma ha basato il suo rifacimento "su calcoli statistici e proporzionali piuttosto che estetici" (dalle note di Renato Meucci per il CD Philips - Complete Mozart Edition). Più che riprodurre lo stile di Mozart, dunque, deve aver preso a modello la sua scrittura per orchestra e la struttura di gran parte delle sue composizioni.
Ne consegue che il suo lavoro è un generale snellimento della Sinfonia concertante da cui siamo partiti: la versione ricostruita da Levin del I movimento dura infatti sensibilmente meno rispetto a quella vista nei post precedenti. Nell'esposizione orchestrale sono state eliminate alcune ripetizioni e, al termine della stessa, dopo il crescendo, è stata aggiunta una frase "mozartianeggiante" che era assente nel manoscritto.
Ne consegue che il suo lavoro è un generale snellimento della Sinfonia concertante da cui siamo partiti: la versione ricostruita da Levin del I movimento dura infatti sensibilmente meno rispetto a quella vista nei post precedenti. Nell'esposizione orchestrale sono state eliminate alcune ripetizioni e, al termine della stessa, dopo il crescendo, è stata aggiunta una frase "mozartianeggiante" che era assente nel manoscritto.
Inoltre Levin ha soppresso la "terza esposizione" (ovvero la seconda solistica) e l'ha rimpiazzata con lo sviluppo (a 4:34), del quale ha per giunta modificato la parte orchestrale. La ripresa che segue (5:51) ripercorre però quasi interamente le tracce dell'esposizione solistica, cosa che invece non avveniva nella partitura manoscritta (in cui le parti dei fiati di fatto "riassumevano" la seconda e la terza esposizione) e non avviene generalmente in Mozart, che modifica la ripresa per conferire maggior varietà alla composizione.
Tant'è vero che le sue opere incompiute e completate da altri, Stadler in primis, hanno la ripresa maldestramente identica all'esposizione (per es. la Fantasia KV 396, che non arriva neppure allo sviluppo, ha la ripresa che ripete pari pari l'esposizione fino alla fine, salvo le modulazioni imposte dalla forma sonata).
Tant'è vero che le sue opere incompiute e completate da altri, Stadler in primis, hanno la ripresa maldestramente identica all'esposizione (per es. la Fantasia KV 396, che non arriva neppure allo sviluppo, ha la ripresa che ripete pari pari l'esposizione fino alla fine, salvo le modulazioni imposte dalla forma sonata).
Nessun commento:
Posta un commento